Tampone rapido, quando può dare falsi negativi? | Sky TG24

2022-10-09 14:54:10 By : Ms. Thea Lee

Con il forte aumento dei contagi che sta attraversando l'Italia si è riacceso il dibattito sull'affidabilità dei test antigenici. I profili di criticità sono diversi. Se nei primi giorni dell'infezione potrebbero non rilevare la presenza del coronavirus, non è sicuro che riescano a individuarla nemmeno in seguito, soprattutto in caso di positivi asintomatici. Resta poi l'incognita varianti, fa notare il Comitato di sicurezza pubblica Ue

Con l’aumento dei contagi da coronavirus, spinti dal diffondersi della variante Omicron, molti italiani si sono sottoposti a tampone nei giorni precedenti al Natale. I numeri dei test processati hanno toccato cifre altissime: il bollettino del Ministero della Salute del 24 dicembre segnalava la cifra record di 929.775 test eseguiti, superata poi in quello del 25 dicembre, con 969.752 test

Molti dei test effettuati sono rapidi, detti anche antigenici. Permettono di ottenere un risultato entro 15 minuti dal prelievo di secrezioni di chi vi si sottopone e sono disponibili anche in farmacia al prezzo medio di 15 euro, molto inferiore rispetto ai tamponi molecolari. Con il dilagare dei nuovi positivi si è però riacceso un dibattito mai del tutto finito: è opportuno affidarsi ai tamponi rapidi per l’attività di tracciamento dei contagi?

Molti esponenti della comunità scientifica sottolineano come con i tamponi antigenici si corra il rischio di ricevere un esito falsamente negativo, ipotesi quasi nulla quando ci si sottopone a test molecolare

Anche se in generale restano comunque utili, la loro affidabilità nel rilevare le tracce di coronavirus presenti nell’organismo si aggira intorno al 70%, spiega a Il Messaggero Roberto Cauda, direttore dell’Unità organizzativa complessa di Malattie infettive presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e professore di Malattie infettive dell’Università Cattolica

Cauda sottolinea come i tamponi rapidi siano meno sensibili dei molecolari e come il loro utilizzo sia segnato da “un limite oggettivo legato alla metodica”, perché sono diffusi soprattutto in attività di screening (esami condotti a tappetto su una fascia più o meno ampia di popolazione)

I test rapidi permettono di tracciare la presenza di alcune componenti del coronavirus (gli antigeni) mediante tampone nasale o in bocca. I test molecolari, il cui risultato può arrivare in un lasso di tempo compreso tra le 24 e le 72 ore, evidenziano invece la presenza del materiale genetico (Rna) del virus. Questo viene trattato in appositi laboratori con reagenti chimici che, amplificando il materiale presente sul tampone, rendono più facile individuare le tracce dell’infezione 

I motivi per cui i tamponi antigenici possono avere risultati “falsi negativi” sono diversi. La carica virale nell’organismo aumenta significativamente tra le 48 e le 72 ore successive all’inizio dell’infezione, come fa notare ad esempio al Financial Times Catherine Moore, consulente scientifica del Ministero della Sanità del Galles

Spesso i tamponi rapidi vengono effettuati appena si ha avuto notizia di un contatto con un possibile positivo. Questo rende alta la probabilità di un risultato falso. Sarebbe più indicato sottoporsi a test antigenico dai 3 ai 4 giorni successivi al contatto 

La minore affidabilità dei risultati dei test rapidi potrebbe inoltre essere legata alla loro capacità di rilevare le varianti del coronavirus

A sottolineare come non ci siano certezze che i tamponi rapidi siano effettivamente in grado di rilevare la variante Omicron è stato il Comitato di Sicurezza Pubblica dell’Unione europea, in particolare per quanto riguarda i tamponi che esaminano solamente la proteina Spike del coronavirus

Un altro motivo di minore affidabilità è che i tamponi antigenici per risultare positivi devono rilevare una carica virale più alta di quella che serve ai test molecolari. Soprattutto nel caso di soggetti asintomatici è quindi più frequente che il risultato dei rapidi sia falsato

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